Trentingrana

L’accordo di Filiera TRENTINGRANA: 
Il sapore della qualità e della sostenibilità

Il CIHEAM BARI è il soggetto beneficiario dell’attività di ricerca del contratto di filiera denominato “Trentingrana: Il sapore della qualità e della sostenibilità”. Il progetto mira al miglioramento generale della filiera del formaggio Trentingrana attraverso attività di ricerca applicata e investimenti materiali aziendali.

durata del progetto

1 gennaio 2024 > 31 dicembre 2026

disciplinare trentingrana

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BUDGET

€ 3.000.000,00

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Le principali sfide

Il progetto di ricerca consegue il raggiungimento dei 6 obiettivi ambientali individuati dal Reg. UE 852/202° quali:

a) “Contributo sostanziale alla mitigazione dei cambiamenti climatici”
Ottimizzare la resa di produzione a parità di qualità e diminuzione dell’inquinamento a parità di produzione e mitigazione dell’emissione di metano. L’intercettazione dei sottoprodotti della filiera e i processi a cui saranno sottoposti avranno effetti positivi in termini di riduzione di emissioni di GHG (CH4), di riduzione di inquinamento grazie all’introduzione di nuove modalità di gestione delle fertilizzazioni, che prevedano una rimodulazione delle dosi e dei tempi in funzione della coltura e dello stadio di sviluppo vegetativo.

b) “Contributo sostanziale all’adattamento cambiamenti climatici”:
L’attività progettuale si esprime attraverso l’ottimizzazione della selezione genetica, ovvero attraverso un duplice approccio. Da un lato una selezione su base produttiva e genetica retrospettiva che individui soggetti in grado di mostrare maggiore resilienza ai cambiamenti climatici e di trasmettere tali caratteristiche alla progenie. Il tutto con il fine di introdurre in filiera indici genetici di selezione relativi a tali caratteristiche. Inoltre, d’altro canto, si spingerà sulla selezione di razze autoctone che meglio si adattino ai contesti climatici del territorio, valorizzando pertanto la genetica locale e le produzioni delle stesse.

c) “Contributo sostanziale all’uso sostenibile e alla protezione delle acque e delle risorse marine”
L’uso delle acque in zootecnia è particolarmente attenzionato considerato l’impatto che si attribuisce a tali produzioni. Il progetto contribuisce sostanzialmente all’uso sostenibile delle acque attraverso una adeguata valutazione di razioni a diverso titolo azotato e composizione minerale per testarne i consumi di acqua. L’azione di ricerca prevede di misurare i consumi complessivi di acqua di bevanda negli allevamenti dotati di robot a mezzo di contalitri installati nelle stalle. Poiché lo stress termico determina un aumento dei consumi idrici al pari dell’adozione di razione più ricche di azoto, si intende misurare le temperature e l’umidità ambientali di stalla con appositi sensori utili a definire i valori di indice di stress termico. Le dotazioni sperimentali citate consentiranno di testare l’impatto di diete a diverso contenuto proteico sui consumi medi di acqua fornendo utili indicazioni per il potenziale risparmio di questa importante risorsa alimentare.

d) “Contributo sostanziale alla transizione verso un’economia circolare”:
Si opererà per la valorizzazione degli scarti/sottoprodotti delle filiere agricole non zootecniche sviluppandone il loro potenziale come nuove biorisorse. I materiali di scarto provenienti da altre filiere saranno valutati quali nuovi supplementi per l’alimentazione bovina in un’ottica di economia circolare e saranno introdotte variazioni alimentari nutrizionali ai fini dell’ottenimento di una migliore attitudine alla caseificazione.

e) “Contributo sostanziale alla prevenzione e alla riduzione dell’inquinamento”:
L’intercettazione dei sottoprodotti della filiera e i processi a cui saranno sottoposti avranno effetti positivi in termini di riduzione di emissioni di GHG (CH4), di riduzione di inquinamento grazie all’introduzione di nuove modalità di gestione delle fertilizzazioni, che prevedano una rimodulazione delle dosi e dei tempi in funzione della coltura e dello stadio di sviluppo vegetativo. Inoltre, saranno utilizzate ed affinate equazioni atte alla predizione delle emissioni di metano a partire dal profilo acidico del latte.

f) “Contributo sostanziale alla protezione e al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi”:
La riduzione della biodiversità microbica nel processo produttivo del Trentingrana all’interno del caseificio può avere un forte impatto sul processo produttivo stesso e conseguentemente sulle caratteristiche organolettiche finali del prodotto. L’attività di studio e tutela dei ceppi batterici naturali caratterizzanti la biodiversità dei sieri Trentingrana permetterà la conservazione della biodiversità microbica dei siero-innesti del Trentingrana e garantirne quindi la qualità della produzione. Saranno inoltre raccolti dati sulla gestione dell’allevamento, della SAU e in particolare delle praterie, insieme a parametri di biodiversità tassonomica e funzionale dei suoli (servizi ecosistemici di supporto e regolazione) e della vegetazione, al fine di individuare indicatori semplificati a livello aziendale. I risultati saranno trasposti su mappe georeferenziate (GIS), integrate con le variabili morfologiche (pendenza, altitudine), al fine di ottenere una mappatura aziendale che consideri anche indicatori di diversità e frammentazione del paesaggio (servizi ecosistemici di tipo culturale). Queste conoscenze verranno impiegate per proporre modelli per l’audit aziendale che integrino la valutazione degli impatti (LCA) con la fornitura di servizi ecosistemici.

Obiettivi principali

Gli obiettivi di ricerca del progetto possono anche essere declinati attraverso alcune parole chiave applicate alle performances ambientali legate all’introduzione delle innovazioni:

1) Alimentazione: Applicazione di tecniche di alimentazione di precisione finalizzate al miglioramento dell'efficienza per la riduzione dell'escrezione di azoto, fosforo, e metano.

2) Robot di mungitura: Verifica in campo degli effetti dell'utilizzo dei robot di mungitura sulla qualità di latte e formaggi.

3) Alte temperature: Selezione dei genotipi con caratteristiche di termo-tolleranza e Valorizzazione delle razze autoctone, anche impiegando tecniche di crossbreeding rotazionale, esecuzione di studi finalizzati al miglioramento genetico della resilienza.

4) Risparmio idrico: Valutazione dei consumi di acqua in relazione alla tipologia di razioni somministrate e utilizzo acque reflue di allevamento per coltivazione idroponiche.

5) Economia circolare: Valorizzazione dei sottoprodotti di lavorazione delle filiere alimentari, uso sostenibile delle matrici vegetali di scarto locali nella dieta delle bovine da latte per il miglioramento della qualità del latte e dell'efficienza produttiva animale e definizione del miglior profilo glucidico e azotato delle razioni di vacche il cui latte è destinato alla caseificazione con particolare attenzione alle fonti non utilizzabili per l'alimentazione umana.

6) Emissioni atmosferiche: Analisi delle feci come mezzi per stimare l'efficienza di utilizzo dei nutrienti e valutare l'escrezione di azoto e minerali in ambiente, riduzione dell'impatto ambientale per emissione gas e per riduzione gestione degli scarti e implementazione e ulteriore validazione e miglioramento dei sistemi di predizione del metano a partire da parametri già esistenti delle aziende zootecniche, poco costosi, facili da ottenere (acidi grassi del latte) al fine di ridurre le emissioni di metano in atmosfera.

7) Biodiversità: Valorizzazione della biodiversità di Lactobacillus helveticus, specie microbica caratterizzante dei siero-innesti trentini ed Individuazione di indicatori aziendali di biodiversità e dei servizi ecosistemici dei sistemi prato-pascolivi.

I partner

Il progetto di ricerca è attuato in collaborazione con 4 entri di ricerca:
1. Alma Mater Studiorum - Università di Bologna - Dipartimento di Scienza Mediche Veterinarie (DIMEVET)
2. Università degli studi di Bari “Aldo Moro” – Dipartimento di Medicina Veterinaria (DIMEV)
3. Università degli studi di Padova – Dipartimento di Agronomia, Animali, Alimenti, Risorse naturali e Ambiente (DAFNAE)
4. Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige (TN) – FEM
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